
In vita e nelle fasi che la intervallano dalle altre, non si può far altro che viaggiare. Fare nulla o inchiodarsi a un modo di essere è pur sempre una scelta perciò si può dire che siamo particelle nel viaggio infinito della mutazione. In questa mia tappa come Silvia mi sono appassionata di volta in volta alla danza, alla pittura, alla scrittura, alle erbe, ai cristalli, ai mondi invisibili, al potere del suono, alle facoltà umane misconosciute, a pratiche di benessere, ho visitato gli estremi abissali in altezza e in profondità. Quello che porterò con me quando arriverà l’intervallo sarà la consapevolezza della primarietà del fattore umano, non esiste altro che interazione di particelle. Intrecci da cui può scaturire luce vitale oppure baratri di sofferenza, è una scelta precisa che viene compiuta di volta in volta. E Osho disse “La sensibilità è l’abito più elegante e prezioso con il quale l’intelligenza possa vestirsi”, non posso che essere d’accordo.